Silvina Spravkin
El Cuarto de las Maravillas
19 settembre - 11 ottobre 2020
Sala delle Grasce Centro Culturale "Luigi Russo"
P I E T R A S A N T A
Benvenuti, alla mia ultima esplorazione del rapporto tra memorie e desiderio. Il mio è un mondo dove le memorie e il desiderare assumono forme quotidiane che trascendono la loro fisicalità e dove l’assenza - la ausencia - diviene presenza eterna. È un diario di un percorso attraverso il tempo che mi ha riportata, all’inizio di memorie che mi hanno condotto qui, a questa meditazione.“Los Cuartos de las Maravillas”, o i gabinetti delle meraviglie vivevano nell’immaginario dell’età delle esplorazioni e delle scoperte del sediciesimo secolo. Molti oggetti, rari o esotici, vengono collezionati e esibiti. Ogni pezzo rientra in una di tre categorie: animalia, vegetalia, mineralia - e io ho aggiunto una quarta categoria: agricolia, dato il mio rapporto intimo con la natura.Il mio “Cuarto de las Maravillas” é, sia uno spazio fisico, che uno spazio elaborato - è un atto vissuto ed è anche una sequenza di istallazioni... dove certe memorie, modelli e opere vivono, è una struttura fatta di sguardi e scoperte, un cammino snodato che si attua tramite un inizio e una fine. E con questo voto per noi, esseri umani, ora ora sotto attacco.
Design: Dimitri Radoyce Foto: Camila Turrioni Logistica: Roberto Diatz Grazie al Comune di Pietrasanta e a tutti quelli che hanno aiutato a dare vita a questa mia visione e anche a tutti quelli che hanno partecipato. |
In quello spazio tra desiderio e modello, all’incrocio dell’opera e lo sguardo, vive il mio Cuarto de las Maravillas; è un viaggio nei nidi familiari, un tuffo nelle memorie arcaiche - è un incontro fortuito e poi, un |
Palabras que hablan de mi
Tanti tratti del suo linguaggio rimandano infatti alla sintassi potente del cinema: prima di tutto lo sguardo, davvero intenso e sognante, sugli oggetti, per lo più comuni e domestici, che fanno parte del suo imaginario figurativo. Mettendoli a fuoco, con una straordinaria capacita di identificarli nella loro realtà materiale di prevedere la loro esistenza plastica nella luce, Silvina li rende protagonisti di una sua personale narrazione fissandoli con grande sicurezza narrativa nel loro potere evocativo. Vi riaffiorano percorsi, anche molto personali, di una memoria che però riesce, propio attraverso la qualità di una rappresentazione perseguita con una tecnica minuziosa e intensamente vissuta in un rapporto quasi sensuale con il marmo trasformato in materiale della mente, a decantarsi sul piano universale della poesia.
Dal prediletto artefice neoclassico la Spravkin ha derivato il senso del mistero che si nasconde dentro de la bellezza fisica, del gesto che diventa mito, ma soprattutto la necessità della diligenza che, disse Canova, “è quella che commenda l’opere nostre”, raccomandando di rifinire con infaticabile cura ogni dettaglio, e l’importanza, pari a quella della rappresentazione del nudo, della modellazione delle pieghe considerate la base del linguaggio della scultura:”come il disegno delle forme debbe variarsi ad ogni carattere di persona” – scriveva Canova – “cosi le pieghe vogliono essere diverse, secondo la diversità de’ drappi e la diversità dei soggetti. Il magistero delle pieghe è ordinariamente il rovello anche degli scultori piu’ grandi, perché non è d’esse come del nudo, il quale ha dei dati e de’ principi fissi nella natura, studiandosi i quali si è certi di far bene. Malepieghe molte volte dipendono dall’evento, dal caso…” Dalle trame del passato, o dai percorsi di un destino doloroso emergono le pieghe protagoniste di un’opera intensamente bella e struggente, come un vero domestico monumento alla propria vita. Fernando Mazzocca dal catalogo “Un Passo nel Sogno” Paola Raffo Arte Contemporanea (ex Galleria la Subbia) Pietrasanta |
Y de tanto esperar lloraba el mundo
El Cuarto de las Maravillas
© 2020 Silvina Spravkin |